Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Ho conosciuto donne poco serie, prive di "dignità". Eppure,
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,