Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini