Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me