Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.