Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!