Volgo a te, come Orfeo volse ad Euridice. Occhi di pernice. È tuo lo sguardo
Donerò l’anima, la donerò alle stelle, in una notte di inchiostro di nuvole belle. La donerò col senno
l’oro sulle scocche i pioppi che san di sale, le nuvole barocche e il marmo sulle scale. Il feretro, che sembra vivo,
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Chiedo venia di un amore. Chiedo scusa, chiedo venia al sole. Chè la luna,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Se fossimo liberi come vorremmo, ci accorgeremmo subito della nostra totale indifferenza. E sapremmo che le anime bruciano
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Potrei, stringerti forte e nulla varrebbe lo spazio tra le dita fino alla morte. Più non vedrei
Vorrei poter dipingere con parole nuove concerto, di una nuova alba, di un nuovo sole.