Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!