Adesso so dove il mio nome alberga. È nei suoi occhi, tra le conserte braccia,
Ci sono stronzi ovunque: a destra, al centro e a sinistra. Poi, altrove e tra loro, ci sono i fiori che sbocciano. Quando fate il salto...
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Siete troppo ancorati alle idee altrui, a un alto permissivismo. Bisogna saper rinnegare.. se stessi.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,