Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo