Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.