Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.