Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,