La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Il Fuoco dell’alba, temeraria, attendi. Nel tuo adamo, nel tuo carnefice... Tuo:
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Tigre! Tra foreste di mangrovie il tuo sguardo inquieto s’affanna.. Silente.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare