Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,