Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.