Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… È non è giusto e soffre e si dimena,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,