Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Di su una vetta, erema scalzi la voce di Dio nel volto degli altri. Tra gli ulivi
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Al dio degli uomini non posso dire dei buchi, dei solchi scavati
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
La vita é come una patatina al for… Lo sai che fa male. Ma come fai a non mangiarla.