Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Adesso so dove il mio nome alberga. È nei suoi occhi, tra le conserte braccia,
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Di su una vetta, erema scalzi la voce di Dio nel volto degli altri. Tra gli ulivi
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Tigre! Tra foreste di mangrovie il tuo sguardo inquieto s’affanna.. Silente.