Siete troppo ancorati alle idee altrui, a un alto permissivismo. Bisogna saper rinnegare.. se stessi.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Al dio degli uomini non posso dire dei buchi, dei solchi scavati
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.