Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.