La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Di su una vetta, erema scalzi la voce di Dio nel volto degli altri. Tra gli ulivi
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.