Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!