Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato