Di su una vetta, erema scalzi la voce di Dio nel volto degli altri. Tra gli ulivi
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!