Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… È non è giusto e soffre e si dimena,
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.