Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.