Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
È natale! Ve lo dico con il cuore! È natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!