Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,