Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Adesso so dove il mio nome alberga. È nei suoi occhi, tra le conserte braccia,
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,