Salta la trota, tra le rive, la sua calla. La ginestra gemma, l’eliodoro,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Donerò l’anima, la donerò alle stelle, in una notte di inchiostro di nuvole belle. La donerò col senno
l’oro sulle scocche i pioppi che san di sale, le nuvole barocche e il marmo sulle scale. Il feretro, che sembra vivo,
Ho visto il mio cuore battersi per un non nulla, privo di significato, mentre il mio cervello disorientat… si aggrappava
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Ti comprano solo, se sei in vendita.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Piccola colomba che attendi i semi, del tuo, del mio destino, per divorarli in un sol e unico modo.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.