Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Tigre! Tra foreste di mangrovie il tuo sguardo inquieto s’affanna.. Silente.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.