Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… È non è giusto e soffre e si dimena,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!