Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.