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kochis curcio

Ed i camini più non tacciano, fumi liberi al vento.

Un’ala rotta, cosi non può volare.
Io, preso da sconforto,
Io... io non lo so fare. (uccidere)
È non è giusto
e soffre e si dimena,
è preda di un altare.
Sacrificato al cielo,
perchè
non sa volare.
Ed altri imparano
e crescono,
senza azzardare.
Sembrano, chi abbozza il quadro
di una vita, il sogno,
poi, resta a guardare.
Lasciando all’utopia,
al dio, il suo,
del non so fare.
Brace coperta,
indistinti, eguali
nel focolare.
Con i camini che tacciono,
al freddo, dell’esistenza,
senza bruciare.

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