I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Ci sono stronzi ovunque: a destra, al centro e a sinistra. Poi, altrove e tra loro, ci sono i fiori che sbocciano. Quando fate il salto...
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.