Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Il Fuoco dell’alba, temeraria, attendi. Nel tuo adamo, nel tuo carnefice... Tuo:
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini