Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
La vita é come una patatina al for… Lo sai che fa male. Ma come fai a non mangiarla.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.