Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Sublimo la mia esistenza tra cocci di vetro malandati. Eremo di una matita: immagini, ricordi frastagliati. Scrivo, cosi non odo