Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Tigre! Tra foreste di mangrovie il tuo sguardo inquieto s’affanna.. Silente.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Il Fuoco dell’alba, temeraria, attendi. Nel tuo adamo, nel tuo carnefice... Tuo:
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Al dio degli uomini non posso dire dei buchi, dei solchi scavati da un amore.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Adesso so dove il mio nome alberga. È nei suoi occhi, tra le conserte braccia,