Cupido!
Un dardo ancora,
unico, solo,
per confonder
la bestia
l’anima
il suolo.
Il cielo,
di cui io
non seppi,
tra le sue cosce fertili,
nembo,
tra i suoi nembi.
Cupido,
son tuoi,
i giochi di specchi.
Tu sai
di noi,
cosa rimane.
Io,
lo chiederò alla polvere,
all’inferno degli inferni
e alle sue docili
campane.