Tre oche che starnazzano, Il migliore dei cani, la sabbia di un castello, una casa occupata. Come sei aironi immobili
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Cupido! Un dardo ancora, unico, solo, per confonder la bestia
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Ti domanderai, perchè non mi piacciono le puttane. Il motivo è che hanno un’etichetta,
All’ombra dei canneti una libellula si è scorta, si è fatta audace; da una ninfea ha raccolto la rugiada,
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
La verità? Tu non vuoi la verità. La verità è che siamo tutti
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.