Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Siamo polli, galline in batteria, uova negate, mai nati. Quando negato
Vorrei poter dipingere con parole nuove concerto, di una nuova alba, di un nuovo sole.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Chiedo venia di un amore. Chiedo scusa, chiedo venia al sole. Chè la luna,
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Potrei, stringerti forte e nulla varrebbe lo spazio tra le dita fino alla morte. Più non vedrei
Se fossimo liberi come vorremmo, ci accorgeremmo subito della nostra totale indifferenza. E sapremmo che le anime bruciano
All’ombra dei canneti una libellula si è scorta, si è fatta audace; da una ninfea ha raccolto la rugiada,
La verità? Tu non vuoi la verità. La verità è che siamo tutti
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.