Quel puro ardor che da i lucenti giri
De l’anima immortale in me discese,
Sì soave alcun tempo il cor m’accese
Che nel pianto ei gioiva e ne’ sospiri.
Come minacci Amor, come s’adiri,
Quali sian le vendette e quai l’offese
Per prova seppi allor, né piú s’intese
Che beassero altrui pene e martiri.
Or ch’empia gelosia s’usurpa il loco
Ove sedeva Amor solo in disparte
E fra le dolci fiamme il ghiaccio mesce,
M’è l’incendio noioso e ’l dolor cresce
Sí ch’io ne pero, ahi lasso! Or con quale arte
Se temprato è dal gel piú m’arde il foco?