II.
Come va innanzi a l’altro sol l’aurora
E da gli agi i mortali a l’opre invita,
Cosí que’ segni a la penosa vita
Mi richiamâr da la quiete allora;
E qual nel suo venir l’alba colora
Di purpureo splendor l’aria smarrita,
Tal la mia faccia, ancor che scolorita
L’avesse il verno, rossa apparve fôra;
E’n quella guisa che ’l vermiglio suole
Cangiarsi in rancio quando Apollo è giunto,
Mutò poi vista a l’apparir del sole:
Sentissi intanto il cor dolce compunto
Da gli sguardi e dal suon de le parole
Che l’andaro a ferir quasi in un punto.