Non ho sí caro il laccio ond’al consorte
De la vita mortal l’alma s’avvinse,
Come quel ch’or me lega, e voi già strinse,
Già vago e dolce or duro nodo e forte:
Né quel famoso ch’al figliuol dié morte
Del barbaro monile il collo cinse
Lieto cosí quando il nemico estinse,
Com’io di quel che v’ha le chiome attorte.
Ti cede, Amor, Natura: e non si sdegna
Ch’ella ordisca fral nodo e ’l tuo non rompa
Morte e con l’alma in ciel si privilegi.
E se gli altrui sepolcri illustre pompa
Orna di vincitrice altera insegna,
Per la servil catena il mio si pregi.