Quanto piú ne l’amarvi io son costante
E nel mostrar ne gli occhi aperto il core,
Tanto nel finger voi che ’l puro ardore
Non veggiate ne gli occhi e nel sembiante.
Che farò dunque? andrò pur anco avante
E in questo mar del mio nemico Amore
La nave crederò del mio dolore
Ad Euro adverso, disperato amante?
O sembrerò nocchier, che poggia ed orza
Ne l’onde d’Adria alterna o nel Tirreno,
Mutando il corso ov’è soverchia forza,
Ma per turbato cielo e per sereno
Prender con ogni vento al fin si sforza
Sol un tranquillo porto un dolce seno?