Torquato Tasso

Amai vicino; or ardo, e le faville

Amai vicino; or ardo, e le faville
    Porto nel seno onde s’infiamma il foco;
    E non l’estingueria tempo né loco
    Ben ch’io cercassi mille parti e mille:
Ché nel vago pensier, luci tranquille,
    Piú l’accendete e a voi di ciò cal poco,
    E le mie piaghe ancor prendete a gioco
    Con quella bianca man che sola aprille.
Né lontananza oblio m’induce al core,
    Né i piú colti paesi o i piú selvaggi,
    Ma tenace memoria e fero ardore;
Perché v’adombro in lauri, in mirti e ’n faggi:
    L’altre bellezze, ove m’insidia Amore,
    Sono imagini vostre e vostri raggi.

Accenna la cagione per la quale egli, lontano da la sua donna,
non sol conserva ma accresce l’amore.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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