Dov’è del mio servaggio il premio, Amore?
Dov’è del mio servaggio il premio, Amore?—
In que’ begli occhi al fin dolce tremanti.—
E chi v’innalza il paventoso core?—
Io: ma con l’ali de’ pensier costanti.—
E s’ei s’infiamma in quel sereno ardore?—
Il tempran lagrimette e dolci pianti.—
Ahi, vola ed arde e di suo stato è incerto!—
Soffra, che nel soffrire è degno merto.