Quel d’eterna beltà raggio lucente
Che v’infiora le guance e gli occhi alluma
In questa nubilosa e fredda bruma
Scalda la mia gelata e pigra mente;
E sveglia al core un desiderio ardente
Onde, qual nuovo augel che l’ale impiuma,
Volar vorrebbe e quasi leve piuma
Quinci il pensier quindi il voler ei sente.
E voleria dove le stelle e ’l sole
Vedria vicine, e co’ soavi giri
Fra sé l’agguaglieria de gli occhi vostri:
Ma perch’ella talor comete e mostri
D’orribil foco e nembi in ciel rimiri,
Pur alto intende e si confida e vòle.