Piccola colomba che attendi i semi, del tuo, del mio destino, per divorarli in un sol e unico modo.
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
All’ombra dei canneti una libellula si è scorta, si è fatta audace; da una ninfea ha raccolto la rugiada,
In questo giorno di pioggia ho pregato, chè lei morisse, che il suo ricordo fosse cancellato,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Vorrei poter dipingere con parole nuove concerto, di una nuova alba, di un nuovo sole.
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
La verità? Tu non vuoi la verità. La verità è che siamo tutti
Difficile descrivere le briciole di un pettirosso, la sua tua grazia, l’oggi, il volo.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi