Giacea la mia virtú vinta e smarrita
Nel duol, ch’è sempre in sua ragion piú forte,
Quando pietosa di sí dura sorte
Venne in sogno Madonna a darle aita;
E ristorò gli spirti, e ’n me sopita
La doglia a nova speme aprí le porte:
E cosí ne l’imagine di morte
Trovò l’egro mio cor salute e vita.
Ella, volgendo gli occhi in dolci giri,
Parea che mi dicesse:—A che pur tanto,
O mio fedel, t’affliggi e ti consumi?
E perché non fai tregua a’ tuoi sospiri,
E ’n queste amate luci asciughi il pianto?
Speri forse d’aver piú fidi lumi?—