Non avendo ardire di parlar con la sua donna nel ballo, prega Amore che sciolga i legami de la lingua e raddoppi quelli del core.
#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)
Onde, per consolarne i miei dolori, Vieni, o sogno, pietoso al mio lamento? Tal ch’al tuo dolce inganno omai consent… Cinto di vaghe imagini e d’errori. Le care gemme e i prezïosi odori
Su l’ampia fronte il crespo oro lucente Sparso ondeggiava, e de’ begli occhi il… Al terreno adducea fiorito maggio E luglio a i cori oltre misura ardente: Nel bianco seno Amor vezzosamente
Quella candida via sparsa di stelle Che ’n ciel gli dèi ne la gran reggia ad… Men chiara assai di questa a me riluce Che guida pur l’alme di gloria ancelle. Per questa ad altra reggia a vie piú bel…
Quel ch’io nudrii per voi nel molle pett… Non solo fu desio, ma fero ardore Ed insolito foco e gran furore Che turbò l’alma e mi vi fe’ soggetto; E ciascun mio sospiro ed ogni detto
#(XviRimeD’amoreSecolo)
Vere fûr queste gioie e questi ardori Ond’io piansi e cantai con vario carme, Che poteva agguagliar il suon de l’arme E de gli eroi le glorie e i casti amori: E se non fu de’ piú ostinati cori
Quel puro ardor che da i lucenti giri De l’anima immortale in me discese, Sì soave alcun tempo il cor m’accese Che nel pianto ei gioiva e ne’ sospiri. Come minacci Amor, come s’adiri,
Costei, che su la fronte ha sparsa al ve… L’errante chioma d’òr, Fortuna pare; Anzi è vera Fortuna, e può beare E misero può far il piú contento. Dispensatrice no d’oro o d’argento
Amando, ardendo, a la mia donna io chies… Premio a la fede e refrigerio al foco Per cui piansi e cantai; or, fatto roco, Temo non siano i miei lamenti intesi. Ella duo crini, ove i suoi lacci ha tesi
Amor, se fia giammai che dolce i’ tócchi Il terso avorio de la bianca mano, E ’l lampeggiar del riso umile e piano Veggia da presso e ’l folgorar de gli oc… E notar possa come quindi scocchi
Or che lunge da me si gira il sole E la sua lontananza a me fa verno, Lontan da voi, che del pianeta eterno Imagin sete, questo cor si dole In tenebre vivendo oscure e sole;
Donna, sete ben degna Che di mugghiar per voi con bianco pelo Non sdegni fra gli armenti il re del cie… E sete degna ancora Che la sua bella sposa
Donna, crudel fortuna a me ben vieta Informazioni sulla fonte del testo. Donna, crudel fortuna a me ben vieta Seguirvi e ’n queste sponde or mi ritien… Ma ’l pronto mio pensier non è chi frene
Ah! quale angue infernale, in questo sen… Serpendo, tanto in lui veneno accolse? E chi formò le voci e chi disciolse A la mia folle ardita lingua il freno, Sí che turbò Madonna e ’l bel sereno
Avean gli atti soavi e ’l vago aspetto Già rotto il gelo ond’armò sdegno il cor… E le vestigia de l’antico ardore Io conoscea dentro al cangiato petto; E di nudrire il mal prendea diletto
Dov’è del mio servaggio il premio, Amor… In que’ begli occhi al fin dolce tremant… E chi v’innalza il paventoso core?— Io: ma con l’ali de’ pensier costanti.— E s’ei s’infiamma in quel sereno ardore?…