25 MARZO, A DANTE ALIGHIERI
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Se pensi ch’io mi sbagli guarda il fondo del bicchiere, il giardino di conchiglie, affiora il lezzo di lavanda, il canto di balene.
Maggio, sbreccia il glicine tra crepe di vinaccia, s’incerchia un tratto di sanguigna sul muro di limoni.
Un cane sta col muso allato, sull’ala pesta, sulla tua fitta piaga clina il petto,
Scende dall’iride bianca della luna una stella, sospesa lacrima piovana. Scuote nel vento lame di metallo, i tegolati di bucce d’arancia
Oggi su Marte mi sfiora la tempes… non c’è che un filo d’erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di… i colori sono pozze di ematite
Illividisce il cielo sopra i mando… ancora non palpita il nuvolo sulle gòre di acquitrini, stretta fra due muri la trave sghemba,
Eri forse tu l’ombra proiettata di sbieco al tramonto, o il battito breve dell’aria tra due persiane socchiuse.
Oggi il muro è uno specchio di girandole, s’attarda un geco sull’ombra arsic… di combuste sorbe. Vortici di polvere d’oro
Celi il tuo volto dietro ali di farfalla, la forma ovale, l’espiro greve, si colma l’occhio di lumini,
il verso non trattenuto –irrespirato cielo– la parola non compresa, l’incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue du...
S’incurva e risplende sulla duna quel raggio disceso a perdonare i cuori attorti scavati nella neve… s’infiora in trecce d’astri l’ermo stelo di una cometa.
Correvi a piedi nudi fino al traguardo, doleva il fianco al nastro di part… stringevi le spalle nella pioggia, nella ghiaia due calzari di brinde…
Riverbero esile volto, iridata scorza... S’intagliano ombre nell’erbaio.