Illividisce il cielo sopra i mandorli,
ancora non palpita il nuvolo
sulle gòre di acquitrini,
stretta fra due muri
la trave sghemba,
si stiracchia la rigaglia
di calcina.
E’ primavera sull’iperico,
il rivo indocile s’argenta
sotto il nido roccato
della cicogna nera,
si dibatte il masso nel tripudio
di cassis,
a ronciglio si ravvolge il leccio,
procombe il pomo sul ramo gridellino
in un clangore di caviglie.
Deflette il merlo remigante
a ridosso della chiana,
si confonde
la piaga inanellata della spera
la statura del carpo cavo,
onusto di molecole cenerite
del mazzocchio di cepulla.
Thea Matera ©